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L'ANGOLO DEL DOPO BRESCIA - PERUGIA: UN GRIFO STREPITOSO FATTO FUORI DAL "SISTEMA". RESTA UNA STAGIONE DA INCORNICIARE
D'altronde è un'intera stagione che i Biancorossi, come dovrebbe essere nella normalità del gioco del calcio, sono scesi in campo sapendo di poter contare solo sulle proprie grandi potenzialità e venendo, sistematicamente, penalizzati proprio quando più di un qualcuno si è accorto che avrebbero potuto spiccare il volo.
Anche ieri è stato palese come la direzione di gara, se così si può ancora definire, sia stata pilotata con scientificità affinché si evitasse che il Perugia potesse passare il turno. Il rigore concesso a tempo scaduto per la solita questione braccio attaccato o non, quando, un istante prima, c'era un'evidente carica in area su Kouan e il gol annullato, tra l'incredulità di chiunque, a Santoro a una manciata di secondi dalla fine sono due chiari episodi che entreranno negli annali degli orrori subiti. Macchie che gettano un'ombra, direi, indelebile, sulla credibilità di uno sport, una mazzata per chi macina chilometri.
Dopo l'ultima apparizione dei Grifoni al "Rigamonti", con fatica ci si era limitati a parlare di malafede, tuttavia, dopo quanto accaduto ieri, tale definizione rischia di risultare del tutto parziale e riduttiva.
È palese che, al di sopra di tutto, ci sia una piovra molto potente che muove i propri tentacoli secondo un disegno premeditato, altrimenti non si potrebbe giustificare come certe nefandezze vengano sistematicamente ripetute. E, sia chiaro, ciò non significa fare del vittimismo o fare piagnistei se, per l'ennesima volta, il Var è uno strumento che, così come viene utilizzato, lo si è ripetuto per settimane, serve solo ad alimentare dubbi e a distorcere le interpretazioni che vengono date agli episodi chiave di una partita.
Ieri i Biancorossi, grazie ad una prestazione di grandissimo spessore contro una corazzata costata almeno dieci volte tanto, avevano mostrato tutta la propria forza, giocando a viso aperto, senza mollare un centimetro e vincendo il proprio confronto, ma hanno dovuto arrendersi ad un piano già deciso.
Con questi presupposti, non è per nulla facile trovare la motivazione per cambiare pagina; occorre denunciare, occorre riformare tutta la macchina organizzativa e scoperchiare un sistema che dà l'idea di indirizzare le storie dei campionati. Se davvero tutte le Società si riunissero intorno ad un tavolo sarebbe già qualcosa, ma la sensazione è che, difficilmente, si possa trovare un'unanimità di intenti. Troppi gli interessi, troppe le variabili da considerare e, come sempre, la sensazione che non tutti i nodi possano venire al pettine.
L'amore per questo gioco e per i propri colori, la gratitudine verso un gruppo che, davvero, ha creduto di potercela fare fino all'ultimo, riuscendovi, ma arrendendovi dinanzi all'inefffabile, l'orgoglio verso quella gente che era assiepata in quella curva strabocchevole portano, però, ad andare, ancora una volta, oltre.
Non prima, però, di aver smaltito le scorie di un torneo molto dispendioso.
Il gruppo c'è e la Società saprà come muoversi per poterlo rendere ancora più competitivo in vista della nuova stagione, ormai, alle porte e, soprattutto, c'è il suo grande condottiero.
Colui che, con il suo stile, il suo modo di essere, le sue idee, la sua concezione di calcio, ha ricreato un grande entusiasmo intorno alla squadra, restituendone dignità e valori che sembrano appartenere solo ai grandi del passato.
E la trepidante attesa vissuta in questa settimana ne rappresenta la testimonianza più eloquente.
È a lui che va la mia personale riconoscenza, con la certezza che, tra poco più di un mese, sarà di nuovo lì, a catechizzare secondo il suo verbo, a studiare nuovi schemi e a provare nuove soluzioni per far tornare in alto il nostro Grifone.
Per Perugia2005News Alessio Torzuoli
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