Il Grifo torna a riassaporare il calice amaro della sconfitta ed interrompe un trend che aveva, in parte, fatto credere che le problematiche del recente passato fossero, ormai, un lontano ricordo. Nessuna illusione che da lì in avanti non si sarebbero più incontrati ostacoli, sia,chiaro, anche perché la serie B, in quanto campionato livellato, imprevedibile e bizzarro, non fa mai stare del tutto sereni, tuttavia una certa fiducia stava cominciando ad aleggiare intorno al gruppo guidato da Mister Castori. La battuta di arresto di ieri, di fatto, va interpretata come una foratura lungo il percorso di crescita, che, allo stesso tempo, è anche di risalita dai bassifondi di una classifica che, ad oggi, rimane impietosa, sebbene anche le altre dirette concorrenti non paiano spiccare il volo. Il Parma che, comunque, veniva dalla scoppola di Bari, prossimo avversario tra sei giorni, con la qualità dei suoi pezzi pregiati che ha in organico, ha premuto quel tanto che basti sull'acceleratore, nulla di trascendentale, ma sufficiente per sfruttare le uniche, o quasi, palle gol concesse dai Grifoni. Due grandi segnature, per carità, e il dubbio amletico che attanaglia la mente in questi casi è sempre lo stesso, mettere in luce, cioè, la prodezza e, pertanto, i meriti di chi le ha messe a segno, oppure caricare di responsabilità il centrocampista o il difensore di turno che avrebbero dovuto, rispettivamente, anticipare e rinviare in modo decente. Il calcio, in fondo, è questo, si gioca sempre sugli episodi, dunque la risposta più razionale da darsi è che ci sia sempre una concomitanza di entrambi gli accadimenti. Ovviamente, poi, entrano in campo, fattori intangibili, come la fortuna, o la sfortuna, dipende da che parte si osservi la medaglia; sta di fatto che il Perugia ha avuto il torto di non sfruttare i propri di episodi o di non crearsene in modo efficace e qui subentrano le riflessioni sulla qualità di un organico che, certamente, non è di primissimo ordine e che forniscono l'assist per una giusta considerazione. Il Perugia è, appunto, squadra che per vincere o per fronteggiarsela alla pari con il proprio avversario, specie se superiore sul piano della pregevolezza dei propri elementi, è "condannato" a far sì che tutti gli ingranaggi che mettano in moto le modalità di gioco del tecnico di San Severino Marche siano perfettamente sincronizzati e, soprattutto, che, sul piano atletico, sia in grado di coprire a dovere ogni zona del campo con grande aggressività e ritmo. Come, in parte ieri è avvenuto, specie nel primo tempo, in cui i Biancorossi hanno sì imbastito la loro onesta partita, tenendo in mano il pallino del gioco per lunghi tratti, ma, vuoi una difesa messa più a dura prova, vuoi un centrocampo che ha peccato in quanto a capacità di fare filtro e di rendere fluida la manovra, non si è riusciti, tuttavia, a trovare il giusto pertugio per concretizzare.
Olivieri e Di Serio si sono dannati l'anima per tutta la durata in cui sono rimasti in campo, ma non sono stati adeguatamente supportati e, va ricordato, che se ciò è avvenuto è anche perché dall'altra parte c'era, comunque, un collettivo di primo ordine costruito con ben altre ambizioni.
Pesano come un macigno i mancati tre punti di sabato scorso contro il Palermo e lo si sapeva che non sarebbe stata impresa facile andarseli a riprendere in terra emiliana, come non sarà per nulla agevole tentare di farlo nel prossimo turno, al cospetto di una squadra e di un ambiente caricati a pallettoni.
Ma i Grifoni avranno il dovere morale di provarci, non fosse altro per chi ancora con passione lì segue ovunque in giro per l'Italia e dovranno essere perfetti per cercare di limitare al massimo gli errori che nelle ultime due partite sono costati assai cari. Con un occhio al mercato, che non può risolversi integrando in rosa dei giovanotti e caricarli di responsabilità, specie in una stagione come questa, cominciata in salita, tanto nel girone di andata, quanto in quello di ritorno. Servono rinforzi utili alla causa, sia in attacco, che nella zona nevralgica del campo e capire, al netto di chi sembri, ormai, ai margini del progetto o di chi in campo continui a vagare come un pesce fuor d'acqua, se tra gli over Angella, Rosi, Di Carmine e Melchiorri ci sia veramente qualcuno da responsabilizzare in maniera decisa per salvare una barca che non potrà permettersi di compiere più troppi passi falsi.


Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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