Peccato. È questo il termine esatto con cui commentare l'esito della gara disputata, ieri sera, dai Grifoni contro il Gubbio. Un derby non del tutto derby, forse una straprovinciale, in ogni caso un impegno tosto e piuttosto ricorrente negli ultimi anni. Peccato, perché una prestazione che fosse culminata con una vittoria sarebbe stato l'epilogo ideale di una settimana in cui, con l'insediamento della nuova società, si é, di fatto, aperto un nuovo capitolo di storia calcistica.
Una ciliegina mancante sulla torta, perché una curva gremita e tornata a ruggire come ieri sera, un pubblico caloroso che da giorni si é accalcato ai botteghini e non solo per accaparrarsi il ticket d'ingresso avrebbero, senz'ombra di dubbio, meritato di più.
L'entusiasmo genera entusiasmo, diceva un paio di giorni fa in conferenza stampa Mister Formisano ed il successo di un team non può prescindere da una completa sintonia tra Società, squadra e tifosi. Una nuova era è cominciata e promette di essere ambiziosa proprio per il tipo di approccio che Faroni ha avuto il giorno della presentazione., ma é chiaro che, ad oggi, il Perugia sia ancora un cantiere aperto.
In fondo il neo Presidente è stato chiaro, occorre ripartire dalle fondamenta, dalle strutture per mettere una squadra in condizioni di giocare a calcio, poi, una volta terminato il risanamento del Club, si procederà al rafforzamento della rosa, secondo una serie di step progressivi e di obiettivi periodici. Una sorta di piccola rivoluzione, se vogliamo, decisamente più di sostanza di quella messa in atto da Gaucci trentasette anni fa, che, non dimentichiamo, ci provò già nei primi due anni dal suo arrivo, ma sappiamo tutti, poi, con quali esiti.
Fatta questa doverosa premessa, essenziale per capire cosa ci attenda nell'immediato e nei prossimi mesi o anni, torniamo alla gara di ieri sera. Un match in cui il Perugia, al cospetto di un avversario non trascendentale, ma sufficientemente agguerrito e con le giuste armi per potersela vedere a viso aperto con tutti sino alla fine, ha faticato e non poco.
Ci eravamo illusi che la vittoria casalinga contro la Spal, forse una delle più belle degli ultimi anni e che giungeva dopo il sudatissimo pareggio di Piancastagnaio, avrebbe costituito una sorta di rampa di lancio per un campionato di altro tipo. La partita di Carpi ed, in ultimo quella di ieri, hanno, invece, evidenziato e confermato che la squadra, in realtà, presenti delle lacune in tutti i reparti. È vero, c'è un enorme attenuante che va concessa, perché con mezza squadra in infermieria, sarebbe complicato per chiunque, ma la sensazione è che ci sia da rivedere più di un qualcosa. Non dettagli che facciano la differenza, piuttosto elementi portanti intorno ai quali costruire certezze per raggiungere determinati risultati ed obiettivi. Fin qui, con tutta la franchezza possibile di questo mondo, non si vedono che responsabilità di una precedente gestione che, con il chiaro intento di svecchiare il gruppo, ha messo in piedi un nutrito gruppo di giovani e giovanissimi da "valorizzare" per tenere in piedi la baracca. Servirà, dunque, tempo per trovare la famosa amalgama, non bastano impegno, abnegazione e sacrificio per alzare l'asticella nelle tre zone nevralgiche del campo. Si vede lontano un miglio che la squadra, anche ieri, avrebbe spaccato il mondo pur di regalare una gioia sugli spalti, ma, complici le assenze forzate, il livello qualitativo di qualche elemento non propriamente eccelso (Souaré, Amoran), qualche altro non adeguatamente sostituito rispetto allo scorso anno (Kouan e Iannoni), la ruggine negli ingranaggi di qualcun altro (Matos, Palsson, in parte Ricci, oltre allo stesso Bartolomei), si è, di nuovo, rimandato, l'appuntamento con il volo.
Mister Formisano è chiamato a fare delle scelte e non sta a noi entrarvi nel merito, ma è lapalissiano che alcuni elementi non siano all'altezza della situazione. La difesa balla troppo ed il centrocampo, in fase di non possesso, non interdisce adeguatamente e non assiste, altrettanto adeguatamente, un reparto di attacco spuntato (il solo Seghetti, per quanto, a mezzo servizio, non è in grado di reggerne l'intero peso).
Forse, andranno sperimentate nuove soluzioni, ammesso ve ne siano con il materiale attualmente a disposizione del tecnico, sperando che qualche lungodegente, piano piano, torni arruolabile. Anche perché prendere cinque punti dalla prima in sole quattro giornate, con dieci squadre davanti, fa risuonare già più di un alert.
Gennaio è ancora lontanissimo e non giocarsela per nulla da qui sino al termine sarebbe, in ogni caso, deleterio per ricreare quel famoso feeling attorno alla squadra. Ma non tutto è da buttare, perché vedere in campo gente come Cisco e Mezzoni che, da soli avranno percorso chilometri e fatto il diavolo a quattro, vedere nei loro occhi l'ardore e l'orgoglio di vestire la maglia biancorossa fa sperare che qualcosa di buono possa, comunque, nascere in un torneo, per ora, senza rulli compressori, come quello di quest'anno.


Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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