Alla fine ne è uscito fuori un misero punticino, che somiglia molto a quelle minestre insipide che si è costretti a mandare giù quando si sta poco bene. Potremmo riassumere con quest'immagine la gara del Perugia di ieri sera sul campo della Vis Pesaro, un avversario di categoria, coriaceo, ma nulla più. E la classifica, intanto, comincia a piangere; siamo alla settima giornata e, obiettivamente, un punto a partita è troppo poco per non cominciare a vedere i fantasmi. Per ritrovare una situazione simile occorre tornare indietro fino al 1991, quando il compianto Luciano Gaucci fece irruzione come un vero e proprio uragano sul campionato anonimo che il Perugia di allora stava disputando, ma, ciò nonostante, impiegò tre stagioni per riportare i Biancorossi nel calcio che conta. Era un altro calcio, altri tempi, si dirà, e la gente credeva ancora in sogni la cui realizzazione, in fin dei conti, è avvenuta soltanto diversi anni dopo. C'era, però, una pazienza che oggi non può più esserci, perché quando si rimane scottati una volta, poi si tende a non fidarsi più, specie se da un mese a questa parte la squadra ha, di fatto, dato un tracollo. È vero, ci sono tutte le attenuanti del caso, perché gli arbitraggi delle ultime partite ne hanno condizionato, pesantemente, gli esiti e la lista degli infortunati tenderà a diminuire soltanto nelle prossime settimane o mesi. Ma non basta a giustificare un andamento così molle in un torneo mediocre come quello di C. Il Perugia sta, infatti, proseguendo il proprio percorso altalenante, fatto di prestazioni all'inizio buone, poi meno buone, a seguire incoraggianti ed, infine, pessime. La squadra non ha ancora acquisito una propria forma, non avendo attaccanti di ruolo (ieri il ritorno di Seghetti a mezzo servizio), non riesce ad andare in gol e dietro soffre. Anche a Pesaro un paio di defaillance di Gemello avrebbero potuto compromettere il risultato e questo è il segno di una tranquillità che sta venendo meno. Perché giunge un momento in cui l'appuntamento con la vittoria non può essere più rimandato.
È giusto, dunque, ripartire dalle basi e dalle strutture, attraverso un processo che richiederà mesi, per non dire anni, ma non bisogna perdere di vista l'oggi.
E, ad oggi, la sensazione che campeggia nella testa dei tifosi (in particolare degli eroici duecentotrentasei di ieri) è che, al netto delle difficoltà di cui sopra, la squadra dovrà ritrovare, quanto prima, il proprio filo conduttore. Il Presidente Faroni ed il suo team intervengano, pertanto, in modo tempestivo e facciano le proprie valutazioni; è necessario prendere atto che già nell'immediato c'è da salvare un campionato cominciato male e che, quando si decida di montare su un treno in corsa, oltre al contenitore, non bisogna perdere mai di vista ciò che andrà a costituirne il contenuto. Che è quanto, in definitiva, di più conta.



Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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