Alla fine a vincere è stata solo la curva nord, tornata a vestire il suo abito migliore proprio nel giorno più importante dell'anno, colorata, compatta, ma con l'urlo rimasto strozzato in gola. La squadra ha dato tutto quanto aveva in corpo, perché, giustamente, come ricordato da Mister Zauli nel dopo gara, senza determinazione e grinta non sarebbe riuscita a stoppare un avversario che, ad oggi, è in lotta per altri obiettivi. Si sperava nel miracolo, in quella zampata vincente che, in partite tirate come questa, avrebbe potuto incanalare il match verso altre prospettive, ma, allo scadere dei cinque minuti concessi dal disattento arbitro di giornata, si è avuta certezza che più di questo, ad oggi, i Grifoni non possono essere. D'altronde, lo si è detto innumerevoli volte, la squadra, che, a nostro avviso e carta alla mano, non rimane inferiore a nessuna, non ha ancora acquisito una propria identità. È come se il mix di veterani e giovani di cui è infarcita non abbia trovato quella giusta combinazione sul piano mentale e fisico - tecnico. Come a dire, non bastano ingredienti buoni per fare un buon dolce, serve che gli stessi siano ben amalgamati tra loro. In tal senso il tecnico romano, subentrato in corsa dopo la caduta in casa contro i ragazzini del Milan, soltanto da dopo il pareggio beffardo di Legnago ha avuto la reale possibilità di disporre ci una settimana intera per cominciare ad inculcare il proprio credo. La costruzione, cioè, dell'azione di gioco dal basso, con il palleggio dei difensori propedeutico per smarcare i centrocampisti, che, a loro volta, innescano in profondità gli attaccanti. Quasi una banalità, perché il calcio, di per sé, è, concettualmente, semplice da capire, ma non facile da applicare. Altrimenti lo farebbero tutti. E la Ternana, miglior attacco e seconda miglior difesa, sul prato tirato a lucido, del "Curi", ha fatto vedere di essere un gradino più avanti. Un processo di crescita sul piano della qualità, anche nelll'uno contro uno, che il Perugia deve ancora portare a termine, per il quale occorrerà tempo, ma di tempo non ce n'è molto, perché la mediocrità della posizione in classifica, di certo, non fa dormire sonni tranquilli. Peccato, si diceva, perché, nonostante tutto, i derby si possono vincere anche giocando malissimo per tutto il tempo e, poi, trovare quell'episodio vincente, che non avrebbe, certo, risolto tutti i problemi di gioco e di classifica, ma che, oltre che a far esplodere di gioia la curva, e l'entusiasmo non è cosa da poco, forse, avrebbe fatto scattare quel qualcosa, che si chiama autostima nella testa dei giocatori. E chissà che magari da lì in poi non si sarebbe potuto, davvero, cominciare un nuovo torneo. Resta, invece, la sensazione di uno dei derby più brutti e mal disputati nella storia recente da parte del Perugia, incapace di scoccare una sola conclusione verso la porta difesa da Vannucchi, se non il tiro cross di Bartolomei sul finale del primo tempo, contro i cinque o sei dei Rossoverdi. Cosa salvare? Certamente la prestazione di Gemello, che ha sventato il gol in almeno due o tre circostanze, e questa è, senz'altro, la notizia positiva, per il resto, al di là del desiderio di fare e della capacità di lottare, riconosciuta anche dal pubblico di fede biancorossa, poco o nulla. Se non la tenuta della difesa, dell'eroico Angella in particolare, la verve agonistica di Mezzoni e la smania di Giunti.
La squadra, parola di Mister Zauli, non è ancora pronta ad imbastire un'azione offensiva con le modalità auspicate, frutto, cioè di una manovra corale e non alla ricerca, quasi casuale, di situazioni episodiche. L'uscita di Montevago ha tolto velleità e peso ad un attacco tra i più sterili e questo sarà motivo di riflessioni per il prosieguo di un percorso che, attualmente, ha le sembianze di un sentiero di montagna.
Sabato ci sarà la trasferta di Pineto e poi il derby, stavolta con l'Arezzo. Servirà lavorare sodo, stringere i denti, ormai, fino a Gennaio e fare punti per staccarsi dalla parte melmosa di una graduatoria, foriera soltanto di cattivi pensieri.

Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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