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04/10/2022 - 00:39
IL PRESIDENTE SANTOPADRE OSPITE QUESTA SERA A "FUORI CAMPO"
IL PRESIDENTE SANTOPADRE OSPITE QUESTA SERA A "FUORI CAMPO"
Ecco le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Massimiliano Santopadre,in diretta a "Fuori Campo"( Umbria tv), trasmissione condotta da Riccardo Marioni:
"Ho ritenuto fosse giusto tornare a parlare, ma non ho la pretesa di riscuotere gli applausi. Ero vero una volta quando ne ricevevo e lo sono pure oggi che prendo gli insulti e le critiche.
Ci sta il rimanere in silenzio, ma ciò
che volevo è che non passasse per essere un momento di sconforto.
Sono deluso come i tifosi, in quanto non pensavo ad una partenza di questo genere, ma rimango fiducioso perché sono sempre stato messo alla prova dalla vita e credo, con quello che ho fatto per il Perugia, di essermela un po' meritata.
Con Castori il gioco non era scorrevole, non riuscivamo a mettere in moto la macchina, pertanto, senza nulla togliere all' allenatore, abbiamo optato per l'esonero per imprimere una svolta, facendo il minor danno possibile. Perché lo avevamo scelto? Era stata un'idea di Marco Giannitti, che io ho approvato, nel segno della continuazione della difesa a tre. È questa la riflessione che è stata fatta.
Alvini? Avevamo capito che avrebbe voluto andare via fin dalla prima telefonata della Cremonese. Avevamo capito che lo avremmo perso ed era inutile trattenerlo contro voglia, anche perché con un tecnico ci si deve comportare in maniera diversa che con un giocatore, a cui puoi offrire un aumento di stipendio o un prolungamento di contratto.
Ora, finalmente, con Baldini sono contento di aver trovato un uomo che non ha paura di esternare le proprie idee e, dunque, lo appoggio. Già dopo sabato sera ci siamo sentiti e mi ha riconfermato il suo obiettivo. Crede nel suo calcio e spero in campo abbia il supporto dei risultati.
La difesa a tre? Non deve essere un dogma.
Quando si parla di progettualità non bisogna guardare a quello che succede domani mattina. La mia parte dal 2011, quando non avevamo nemmeno i campi per far giocare i ragazzini. Questa è progettualità.
Un tempo venivo insultato perché facevo una squadra di prestiti, oggi abbiamo una squadra di 22 giocatori di proprietà.
Diverso è il discorso con gli allenatori. La progettualità l'avevo impostata sia con Bucchi, con Nesta, che, per finire, con Alvini.
Non mi voglio giustificare, è anche un mio rammarico aver cambiato tredici -quattordici allenatori in undici anni.
Non dovete annullare la progettualità per un motivo su novantanove quando sono state rifatte tutte le infrastrutture per renderle degne di questa città.
A Chichizola e ad Alvini erano stati offerti rinnovi pluriennali, ma con le cifre della serie A non possiamo competere; se non c'è più la motivazione è inutile trattenere la gente.
Considerate che questo succede anche agli altri Club.
Se sono preoccupato? Certo che si, ma siamo pur sempre alla settima giornata. Il problema c'è, anche se non è stata trovata ancora la quadra e non ci è girato nemmeno bene. Speriamo Baldini riesca a individuare la cura, oggi è chiaro che dobbiamo ragionare step by step, ma se il tecnico vuole sognare, non vedo quale sia il problema.
I soldi non sono tutto e anche la classifica di adesso ci dice questo, basti vedere chi sta in testa alla classifica, una squadra che ha rischiato di fallire. Il Parma ha fatto una ricapitalizzazione di 80 milioni di euro e lo scorso anno è arrivato dodicesimo.
Il campionato di B ha fatto un salto di qualità già da cinque o sei anni.
Ci sono capoluoghi di provincia e quest'anno ha visto l'ingresso di Società importanti. Peccato solo che è il campionato che conta meno, anche a livello di spartizione di contributi.
Se ho pensato di cedere il Perugia?
No, perché il Perugia non è in svendita, la Società ha circa centocinquanta collaboratori. Se lo fosse in vendita non lo è di certo con il cartello esposto fuori come quando si vende un immobile.
Io intendo portare avanti il mio progetto, il Perugia è una proprietà forte, sana e tutti i dipendenti devono stare tranquilli perché avranno un sicuro avvenire.
Detto questo sono pronto ad incontrare i tifosi, anche quelli più facinorosi, con cui un tempo ero amico, per accettare proposte serie.
Io la volontà ce la metto, ma la cosa deve venire da entrambe le parti.
Io non ho bisogno di vivere con i soldi del Perugia calcio, io sono un povero, ma ricco dentro.
Chiaro che se ci fosse stata un'opportunità importante come è accaduto per il Palermo e non un faccenduolo di turno, allora sarei stato pronto ad ascoltarla.
Lo stadio? È un progetto a cui sto partecipando pure io insieme ad un gruppo di imprenditori. State tranquilli, sicuramente questa volta c'è la concretezza. Il problema sarà che si dovrà andare a giocare due anni fuori, inoltre servirà che ci sia sostenibile dal punto di vista finanziario. Il mio sogno era di portare, temporaneamente, a giocare il Perugia, al Santa Giuliana, ma non ci sono, purtroppo, i requisiti per far sì che questo possa avvenire. Restano, dunque, le ipotesi delle città limitrofe, come Gubbio.
Tutti anni zero? Noi facciamo un campionato di transizione tra la C e la A, con promozioni e retrocessioni, c'è un movimento enorme di giocatori che è imposto dalla categoria. Non è solo il Perugia che cambia i giocatori.
Vengo sempre insultato perché faccio la squadra gli ultimi giorni di mercato. Ma guardate che, a poche ore dalla chiusura, ci sono stati centodiciotto movimenti; se il Perugia ne ha fatti due, gli altri centodici chi li ha fatti? Con questo non sto dicendo che faccio un mercato faraonico come Ternana, Genoa, etc..., ma non dobbiamo nemmeno essere invidiosi. Il nostro progetto deve essere, infatti, quello di investire su giocatori giovani o sconosciuti. È la storia del Perugia che ci dice questo.
Quando vado negli spogliatoi non è mai stato per questioni di natura tecnica, certe voci le mettono in giro gli allenatori esonerati. Piuttosto vado per cercare di rimettere in sesto l'imbarcazione.
Come se ne esce, in sostanza, da questa crisi?
Con il lavoro quotidiano, con il parlare quotidianamente di tutti i problemi che sono emersi, ognuno all'interno del proprio ruolo. Abbiamo fatto una partenza orribile, io non sono stanco, ripeto, ci sono e sto sul pezzo per tirarci fuori da questa situazione, che non soddisfa né noi, né i tifosi".
Da segnalare che, nel corso della serata, c'è stata una contestazione da parte di alcuni tifosi proprio fuori dagli studi televisivi.
Per Perugia2005News Alessio Torzuoli
"Ho ritenuto fosse giusto tornare a parlare, ma non ho la pretesa di riscuotere gli applausi. Ero vero una volta quando ne ricevevo e lo sono pure oggi che prendo gli insulti e le critiche.
Ci sta il rimanere in silenzio, ma ciò
che volevo è che non passasse per essere un momento di sconforto.
Sono deluso come i tifosi, in quanto non pensavo ad una partenza di questo genere, ma rimango fiducioso perché sono sempre stato messo alla prova dalla vita e credo, con quello che ho fatto per il Perugia, di essermela un po' meritata.
Con Castori il gioco non era scorrevole, non riuscivamo a mettere in moto la macchina, pertanto, senza nulla togliere all' allenatore, abbiamo optato per l'esonero per imprimere una svolta, facendo il minor danno possibile. Perché lo avevamo scelto? Era stata un'idea di Marco Giannitti, che io ho approvato, nel segno della continuazione della difesa a tre. È questa la riflessione che è stata fatta.
Alvini? Avevamo capito che avrebbe voluto andare via fin dalla prima telefonata della Cremonese. Avevamo capito che lo avremmo perso ed era inutile trattenerlo contro voglia, anche perché con un tecnico ci si deve comportare in maniera diversa che con un giocatore, a cui puoi offrire un aumento di stipendio o un prolungamento di contratto.
Ora, finalmente, con Baldini sono contento di aver trovato un uomo che non ha paura di esternare le proprie idee e, dunque, lo appoggio. Già dopo sabato sera ci siamo sentiti e mi ha riconfermato il suo obiettivo. Crede nel suo calcio e spero in campo abbia il supporto dei risultati.
La difesa a tre? Non deve essere un dogma.
Quando si parla di progettualità non bisogna guardare a quello che succede domani mattina. La mia parte dal 2011, quando non avevamo nemmeno i campi per far giocare i ragazzini. Questa è progettualità.
Un tempo venivo insultato perché facevo una squadra di prestiti, oggi abbiamo una squadra di 22 giocatori di proprietà.
Diverso è il discorso con gli allenatori. La progettualità l'avevo impostata sia con Bucchi, con Nesta, che, per finire, con Alvini.
Non mi voglio giustificare, è anche un mio rammarico aver cambiato tredici -quattordici allenatori in undici anni.
Non dovete annullare la progettualità per un motivo su novantanove quando sono state rifatte tutte le infrastrutture per renderle degne di questa città.
A Chichizola e ad Alvini erano stati offerti rinnovi pluriennali, ma con le cifre della serie A non possiamo competere; se non c'è più la motivazione è inutile trattenere la gente.
Considerate che questo succede anche agli altri Club.
Se sono preoccupato? Certo che si, ma siamo pur sempre alla settima giornata. Il problema c'è, anche se non è stata trovata ancora la quadra e non ci è girato nemmeno bene. Speriamo Baldini riesca a individuare la cura, oggi è chiaro che dobbiamo ragionare step by step, ma se il tecnico vuole sognare, non vedo quale sia il problema.
I soldi non sono tutto e anche la classifica di adesso ci dice questo, basti vedere chi sta in testa alla classifica, una squadra che ha rischiato di fallire. Il Parma ha fatto una ricapitalizzazione di 80 milioni di euro e lo scorso anno è arrivato dodicesimo.
Il campionato di B ha fatto un salto di qualità già da cinque o sei anni.
Ci sono capoluoghi di provincia e quest'anno ha visto l'ingresso di Società importanti. Peccato solo che è il campionato che conta meno, anche a livello di spartizione di contributi.
Se ho pensato di cedere il Perugia?
No, perché il Perugia non è in svendita, la Società ha circa centocinquanta collaboratori. Se lo fosse in vendita non lo è di certo con il cartello esposto fuori come quando si vende un immobile.
Io intendo portare avanti il mio progetto, il Perugia è una proprietà forte, sana e tutti i dipendenti devono stare tranquilli perché avranno un sicuro avvenire.
Detto questo sono pronto ad incontrare i tifosi, anche quelli più facinorosi, con cui un tempo ero amico, per accettare proposte serie.
Io la volontà ce la metto, ma la cosa deve venire da entrambe le parti.
Io non ho bisogno di vivere con i soldi del Perugia calcio, io sono un povero, ma ricco dentro.
Chiaro che se ci fosse stata un'opportunità importante come è accaduto per il Palermo e non un faccenduolo di turno, allora sarei stato pronto ad ascoltarla.
Lo stadio? È un progetto a cui sto partecipando pure io insieme ad un gruppo di imprenditori. State tranquilli, sicuramente questa volta c'è la concretezza. Il problema sarà che si dovrà andare a giocare due anni fuori, inoltre servirà che ci sia sostenibile dal punto di vista finanziario. Il mio sogno era di portare, temporaneamente, a giocare il Perugia, al Santa Giuliana, ma non ci sono, purtroppo, i requisiti per far sì che questo possa avvenire. Restano, dunque, le ipotesi delle città limitrofe, come Gubbio.
Tutti anni zero? Noi facciamo un campionato di transizione tra la C e la A, con promozioni e retrocessioni, c'è un movimento enorme di giocatori che è imposto dalla categoria. Non è solo il Perugia che cambia i giocatori.
Vengo sempre insultato perché faccio la squadra gli ultimi giorni di mercato. Ma guardate che, a poche ore dalla chiusura, ci sono stati centodiciotto movimenti; se il Perugia ne ha fatti due, gli altri centodici chi li ha fatti? Con questo non sto dicendo che faccio un mercato faraonico come Ternana, Genoa, etc..., ma non dobbiamo nemmeno essere invidiosi. Il nostro progetto deve essere, infatti, quello di investire su giocatori giovani o sconosciuti. È la storia del Perugia che ci dice questo.
Quando vado negli spogliatoi non è mai stato per questioni di natura tecnica, certe voci le mettono in giro gli allenatori esonerati. Piuttosto vado per cercare di rimettere in sesto l'imbarcazione.
Come se ne esce, in sostanza, da questa crisi?
Con il lavoro quotidiano, con il parlare quotidianamente di tutti i problemi che sono emersi, ognuno all'interno del proprio ruolo. Abbiamo fatto una partenza orribile, io non sono stanco, ripeto, ci sono e sto sul pezzo per tirarci fuori da questa situazione, che non soddisfa né noi, né i tifosi".
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Per Perugia2005News Alessio Torzuoli
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